Brisset e l'Accademia Petrarca di Arezzo
È proprio in questo periodo che si intensificano i rapporti fra Fernand Brisset e l’Accademia Petrarca. In una lettera dell'8 maggio 1932 al critico letterario Pietro Mignosi, conservata presso il Centro Manoscritti di Pavia, Brisset menziona il medico Ascanio Aretini, segretario della Cattedra Petrarchesca di Arezzo.
È infatti all'Aretini che Brisset scrive il 14 settembre 1934, inviando una copia delle sue traduzioni, che egli destina una all'Aretini stesso, una alla biblioteca dell'Accademia, una al prof. Guido Paliotti, presidente della Cattedra Petrarchesca, istituita nel 1931 presso la medesima Accademia, e un'ultima a Pier Ludovico Occhini.
Purtroppo Ascanio Aretini era defunto nel 1933, e così il 12 ottobre del mese successivo gli risponde mons. Corrado Lazzeri, segretario generale dell’Accademia, rassicurandolo sulla consegna dei libri e sulla riconoscenza del senatore Occhini, podestà e presidente dell’Accademia. Il 16 ottobre Brisset scrive al Lazzeri per raccomandarsi a lui nella ricerca di alcuni documenti relativi alla presenza di Petrarca in Francia. Il Brisset coglie inoltre l'occasione per ringraziare l'Occhini che, nella sua veste di podestà, gli aveva fatto recapitare, su incarico della consulta di Arezzo, una medaglia di onorificenza. Tale gesto, come dice lo stesso Brisset, «c'est un sorte de gage en vertu dequel la noble cité m'a adopté comme un de ses enfant/è una specie di pegno in base al quale la città mi ha adottato come uno dei suoi figli».
Nella lettera Brisset propone di donare un prezioso incunabolo del 1496, contente la prima edizione delle opere latine del Petrarca.