"Les manuscrits longuement travaillés de mes traductions"
Il 2 dicembre 1934 il Brisset torna nuovamente a scrivere, inviando la lista dei volumi che sarebbe disposto a donare all’Accademia, proponendo inoltre di allegare a questi «les manuscrits longuement travaillés de mes traductions/i manoscritti a lungo sudati delle mie traduzioni»; si tratta del vero obiettivo del Brisset, ovvero quello di lasciare traccia presso quella che egli ritiene essere - ed è - una delle sedi di conservazione più rilevanti per la storia della documentazione sul grande poeta aretino, affinché un giorno (e forse questo giorno è proprio arrivato) qualcuno potesse conoscere e valorizzare il suo lavoro di traduzione. Lo denuncia il medesimo Brisset, quando nelle stessa lettera non manca di sottolineare come i manoscritti che egli intende donare all’Accademia «avec leurs multiples corrections, n’ont, d’ailleurs, pas d’autre mérite que de faire apprécier le consciencieux acharnement que j’ai mis à vouloir comprendere et traduire ce poète qui réunit en lui le génie de nos deux nations/con le loro correzioni multiple, non hanno, comunque, che il merito di fare apprezzare la laboriosa coscienziosità che ho messo nel voler comprendere e tradurre questo poeta che riunisce il genio delle nostre due nazioni».
Ancora una volta il Lazzeri non tarda a rispondere, e il 27 dicembre scrive:
«ci sentiamo particolarmente onorati di conservare il prezioso manoscritto del suo lungo e premiato travaglio e promettiamo di custodirlo gelosamente nel nostro Archivio […] sarò anzi bel lieto di poterlo mostrare nelle solenni circostanze fra i cimeli delle nostre cose petrarchesche, e mi propongo altresì di illustrarlo come anche di segnalare ai soci radunati in Assemblea […] la ricca suppellettile di libri petrarcheschi, che ci viene da sì fervido amante del grande poeta e della nostra Italia».
Il Lazzeri mantiene la parola e nell’assemblea generale dei soci dell’11 febbraio 1935 Fernand Brisset viene nominato socio onorario dell’Accademia, e nel verbale della medesima assemblea viene annotata la donazione di libri fatta dallo studioso francese alla biblioteca dell’Istituzione aretina.