La biblioteca petrarschesca
La commemorazione del VI centenario della nascita di Petrarca, nel 1904, suscitò ad Arezzo una serie di iniziative che culminarono nel 1928 con due giornate memorabili.
Il 25 e il 26 novembre, alla presenza dello stesso Vittorio Emanuele III, re d'Italia, si conclusero i festeggiamenti con l'apertura di una mostra di edizioni antiche delle opere del Petrarca presenti in Arezzo; si inaugurò il monumento nel piazzale del Prato; e si celebrò il primo convegno petrarchesco presso la casa del Petrarca, recentemente restaurata.
In occasione dell'inaugurazione della mostra, che vedeva la presenza di 202 edizioni, di cui 80 antecedenti al 1800, 92 al 1830, l'accademico e poeta Orazio Lapini offrì un contributo di 50.000 £ per la nascita di una raccolta permanente di libri a stampa legati alla figura di Francesco Petrarca, in memoria del figlio Lorenzo morto durante la grande guerra.
In poco tempo tanti altri seguirono l'esempio del Lapini, e donarono alla Biblioteca numerose edizioni antiche e moderne convinti che questo fosse il luogo più appropriato dove istituire un centro di documentazione permanente sul grande poeta aretino.
La Biblioteca Petrarchesca fu diretta fino al 1934 dal prof. Guido Paliotti, docente di Latino e Greco nei Licei, e dal 1935 dal prof. Antonio Mazzei.
È in questo lasso di tempo che Fernand Brisset effettua la sua donazione alla Biblioteca Petrarchesca. Il 28 dicembre 1935 annuncia a Pier Ludovico Occhini, presidente dell'Accademia, l'invio dei volumi, allegando ad essi anche alcune copie delle sue traduzioni, che spera vengano consegnate al Duce e al re d'Italia da parte dello stesso Occhini, senatore del Regno dal 1934.
Pier Ludovico Occhini il 7 gennaio 1936 trasmette la lettera del Brisset a mons. Corrado Lazzeri, segretario generale dell'Accademia, anticipando l'arrivo dei libri e pregandolo di sbrigare eventuali pratiche doganali per agevolare la ricezione. Lo stesso giorno scrive anche al Brisset ringraziandolo per il dono, pur rammaricandosi di non essere riuscito a consegnare al Re i volumi delle sue traduzioni.
Il 10 gennaio 1936 il Lazzeri scrive al Brisset: «in ottimo stato è giunta la cassa dei libri, di cui ancora una volta la vostra generosità ha fatto omaggio alla nostra Biblioteca petrarchesca»; il dono viene meticolosamente annotato dal Lazzeri anche nel verbale dell’Assemblea dei soci del 6 febbraio 1936. L’elenco completo delle opere petrarchesche donate dal Brisset viene pubblicato nel volume degli Atti e Memorie della R. Accademia Petrarca del 1935. I volumi sono tutti letti e annotati dal Brisset: essi infatti rappresentano il nucleo principale della sua biblioteca privata, lo strumento attraverso il quale il Brisset si è formato e sulla base del quale egli ha fondato il suo lungo e meticoloso lavoro di studio e di traduzione del Petrarca.